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Primo paziente in Italia in trattamento con levodopa in infusione sottocutanea

  • Venerdì, 16 Febbraio 2024

infusione sottocutaneaLo scorso 13 febbraio presso il Centro Parkinson e Parkinsonismi dell’ASST G.Pini-CTO di Milano, in collaborazione con la Fondazione Grigioni per il morbo di Parkinson, è stata trattata la prima paziente con levodopa in infusione sottocutanea, in commercio solo da pochi giorni in Italia.

La levodopa è il farmaco più efficace per il trattamento della malattia di Parkinson, ma nelle fasi avanzate della malattia le oscillazioni delle concentrazioni plasmatiche della levodopa, dovute all’assunzione orale e alla variabilità dell’assorbimento, possono causare fluttuazioni motorie e movimenti involontari (cioé discinesie e blocchi motori). L’infusione sottocutanea di levodopa consente una somministrazione continua che garantisce un controllo stabile dei sintomi della malattia di Parkinson in fase avanzata con gravi fluttuazioni motorie poco controllabili dalla terapia orale.
 Luciana, la prima paziente in trattamento da lunedì 12 febbraio, ha vissuto un periodo della vita piuttosto complesso negli ultimi anni. Nel 2011 il professor Pezzoli le fa diagnosi di malattia di Parkinson, ma l’esordio dei sintomi risale al 2008. Dopo alcuni anni di controllo dei sintomi con la terapia orale, compaiono le prime discinesie e un grave freezing della marcia, un “blocco” improvviso del cammino che rende molto difficoltosa la deambulazione. La levodopa assunta per via orale dava sempre un beneficio ma con una breve durata, a volte anche meno di due ore.
La intervistiamo nel tardo pomeriggio, nella sua stanza del reparto degenti del Centro Parkinson e Parkinsonismi di Milano. La aspettiamo qualche minuto perché ha accompagnato la figlia, che è stata con lei in questi giorni importanti, a prendere un caffè al bar dell’ospedale.

dottori centro parkinson

Ci racconti perchè è qui.
Sono qui perché finalmente ho potuto provare una terapia nuova.

Quando il Parkinson ha iniziato a peggiorare, com’era la situazione?
Non riuscivo a fare più di dieci passi senza avere i piedi incollati a terra (cioè il freezing) e faticavo a parlare. Soffrivo molto sia fisicamente che emotivamente. Facevo molta fatica a lavorare, mi vergognavo del mio stato di salute.

E poi?
E poi il professor Pezzoli mi ha affidato al professor Isaias per valutare se la stimolazione cerebrale profonda (DBS) poteva essere un’opzione terapeutica per me, ma non lo era. Ioannis Isaias ha fatto molti tentativi di modifica della terapia antiparkinson per cercare di ridurre le discinesie e il freezing, che però era ancora presente, fino allo scorso anno, qualdo mi ha prospettato l’arrivo di una nuova modalità di somministrazione della levodopa. Aspettavo di poterla provare nei prossimi mesi, ma la scorsa settimana il professore mi ha chiamato e mi ha detto: “Luciana si prepari, lunedì prossimo proviamo la levodopa sottocute”.

Ci racconti del trattamento.
Da quando mi hanno messo la pompa con il piccolo ago, lunedì scorso, sono stata subito meglio, il freezing si è ridotto moltissimo e oggi (mercoledì, ndr) non ho avuto neanche un blocco e pochi movimenti involontari. Non mi accorgo neppure dell’ago, che brucia solo un poco quando lo inserisco al mattino. Intanto mi stanno spiegando come gestire la pompa e l’ago, e mi sembra molto semplice.

Che cosa vorrebbe dire alle persone con malattia di Parkinson?
Direi di provare questa nuova terapia se il loro neurologo la propone, sono felicissima perchè finalmente dopo molto tempo sto bene, non mi sembra vero, e ringrazio il professor Isaias e tutto lo staff del Centro Parkinson.

AIP MONZA

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